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Ape sociale, la protesta del patronato Inca: “Inps troppo rigida, flessibilità in fumo”

Ott 12, 2017

ROMA– Allarme dell’Inca, il patronato della Cigl: l’Inps sta respingendo molte domande di accesso all’Ape sociale arrivate entro luglio, a causa di una “interpretazione eccessivamente restrittiva delle norme”. L’Inps ha ricevuto entro il 15 luglio 66.409 domande nel complesso per l’Ape (39.777 per l’Ape sociale e 26.632 per l’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci) a fronte di una stima iniziale di 60.000 uscite totali. Ma, secondo l’Inps, le sta esaminando con una “eccessiva rigidità”che sarebbe “in contrasto con le intenzioni del legislatore e in alcuni casi contro la legge che rischia di vanificare del tutto le pur magre aspettative di reinserire qualche elemento di flessibilità nel sistema previdenziale italiano”. Pronta la replica dell’Inps, che afferma in un breve comunicato che “in materia di APE sociale, così come per tutti i servizi erogati, l’Inps applica le leggi e regolamenti vigenti a seguito di approfondite istruttorie condotte coi Ministeri vigilanti”.

“Anche la circolare n. 100 del 16 giugno 2017, – spiega ancora l’Inps – che fornisce istruzioni in merito all’applicazione dell’APE sociale, è stata condivisa nel suo impianto generale dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed applica la normativa così come risultante dai testi legislativi vigenti”.

L’Inps dovrà pubblicare entro il 15 ottobre la graduatoria degli aventi diritto all’Ape. La norma prevede che possano chiedere l’Ape sociale (cioè la pensione anticipata) coloro che hanno almeno 63 anni, che non siano distanti più di tre anni e sette mesi dalla pensione, che abbiano almeno 30 anni di contributi versati, che siano disoccupati e abbiano esaurito gli ammortizzatori sociali da almeno tre mesi. “Anche un solo giorno di rioccupazione – sottolinea l’Inca – anche retribuito con voucher successivo a tale periodo fa perdere il diritto all’Ape”.

La denuncia dell’Inps viene rilanciata dal presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano, che chiede di “prendere in seria considerazione questa denuncia del patronato per non avere sorprese il 15 ottobre, quando saranno compilate le liste definitive delle domande accolte”. “È necessario fare un monitoraggio preventivo anche da parte del Parlamento e del Governo – aggiunge Damiano – al fine di decidere eventuali interventi correttivi che consentano di utilizzare tutti i 60.000 posti a disposizione per l’anticipo pensionistico e per i ‘precoci’. Sarebbe paradossale se accedessero alle nuove norme la metà di coloro che erano previsti”.

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