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Alitalia, sul tavolo del cda delle Ferrovie la richiesta di proroga per la vendita

Apr 29, 2019

MILANO – Una scarna nota delle Fs Italiane conferma di fatto che il perno sul quale si incardina la strategia del governo per il salvataggio dell’Alitalia chiede più tempo per definire la squadra dei soci che dovranno rilevare la parte buona della compagnia dall’amministrazione straordinaria. “Il Consiglio di amministrazione di Fs italiane ha preso in esame nella seduta odierna il tema della proroga del termine del dossier Alitalia”, ha scritto il gruppo alla vigilia del termine per la presentazione delle offerte vincolanti per la compagnia area: finestra che scade domani.

Come è emerso chiaramente nei giorni scorsi, manca all’appello un socio privato che riesca a mettere sul piatto un 30 per cento circa di capitale alla newco (circa 300 milioni di euro) che vede già schierati le Ferrovie, con il Tesoro e gli americani di Delta. Soltanto nel fine settimana, Luigi Di Maio manteneva toni cauti: “Dobbiamo vedere prima di tutto cosa viene formalizzato, noi abbiamo solo interviste e retroscena, non ho nulla di formalizzato né da Atlantia, né da Toto o China Eastern né da chicchessia. – ha ribadito il ministro dello Sviluppo economico, rimandando ogni possibile annuncio. “Vediamo martedì cosa si formalizza e poi Delta e Ferrovie dello Stato decidono insieme cosa fare. Ce la facciamo a chiudere adesso o abbiamo bisogno di altro tempo”.

E ancora oggi, il titolare del Mise è tornato sulla partita: “Non cerchiamo capitani coraggiosi per cercare di metterci una toppa”, ha detto in riferimento alla cordata sponsorizzata nel 2008 da Silvio Berlusconi. “Io voglio essere l’ultimo ministro dello Sviluppo Economico ad occuparmi di Alitalia”, ha aggiunto, “se domani arriveranno proposte da coloro che finora si sono palesati finora solo a livello di stampa, capiremo cosa fare, altrimenti le soluzioni ci sono già e potremo andare avanti comunque”.

Nonostante l’annunciato ingresso del Mef sancito dal decreto crescita, che permetterebbe al ministero dell’Economia di trasformare in equity con una quota di circa il 15% gli interessi sul prestito concesso alla compagnia, all’appello manca ancora una partecipazione tra il 30 e il 35%. Delta non vuole infatti spingersi oltre il 15% ed anche Fs si dovrebbe fermare al 35%.

Nei giorni scorsi, Repubblica aveva svelato il possibile coinvolgimento della famiglia Toto nell’operazione, ma sullo sfondo rimane il ruolo di Atlantia, holding a cui fa capo anche Aeroporti di Roma, che ad Alitalia lega circa il 40% del proprio traffico e che soffrirebbe inevitabilmente di un ridimensionamento, se non del fallimento vero e proprio, del vettore. Motivo di ostacolo, in questo caso, sono le ripetute bordate del governo contro Autostrade per l’Italia, sempre sotto l’ombrello della società dei Benetton, dopo la tragedia del Ponte Morandi e in generale sul tema delle concessioni.

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