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Alitalia, indagine per bancarotta. Nel mirino la gestione Ethiad

Mag 23, 2018

Svolta nelle indagini sulla gestione Ethiad di Alitalia. La procura di Civitavecchia ha deciso di aprire un’inchiesta per bancarotta fraudolenta, ipotizzando la responsabilità degli amministratori designati dalla compagnia emiratina nel buco dei conti, superiore a 400 milioni di euro. Per questo motivo martedì mattina la Guardia di Finanza ha acquisito documenti ed esaminato computer nella sede di Alitalia.

I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno cominciato gli accertamenti su Alitalia più di anno fa, ricostruendo una serie di operazioni condotte dai manager voluti da Ethiad. I militari hanno acquisito le relazioni dei commissari straordinari e altri dossier raccolti dai loro consulenti sull’origine delle perdite, con un focus sui primi due mesi del 2017 quando sono stati bruciati più di cento milioni d’euro: elementi indiziari che hanno messo in luce numerosi aspetti anomali e spinto le Fiamme Gialle a chiedere altre iniziative.

Poi lo stato d’insolvenza emesso dal tribunale di Civitavecchia, competente per l’aeroporto di Fiumicino dove si trova la sede legale della compagnia, ha provocato l’apertura del fascicolo per bancarotta fraudolenta. E ora l’indagine proseguirà sugli aspetti societari, amministrativi e contabili della gestione portata avanti da James Hogan e la sua squadra, entrati alla guida della compagnia dopo l’acquisizione del 49% delle azioni da parte del vettore di Abu Dhabi.

Tra le tante attività sotto esame, due le operazioni su cui si concentra l’attenzione delle Fiamme Gialle: la cessione di alcuni slot particolarmente pregiati passati dalla compagnia di bandiera ad Ethiad e tutta la partita dei punti millemiglia accumulati dalla compagnia.

Ma la sorte di Alitalia continua a seguire una rotta tempestosa. La Commissione europea ha aperto un’istruttoria sul prestito ponte concesso dal governo Gentiloni per permettere la prosecuzione dei voli in attesa di un compratore. E ieri il Parlamento ha discusso l’emendamento per garantire la sopravvivenza provvisoria della compagnia. Le decisioni spetteranno al nuovo esecutivo: nel contratto tra M5S e Lega non si parla più di cessione ma di potenziamento in chiave nazionale.

Chiusura delle procedure di gara entro il 31 ottobre 2018 e restituzione del prestito prima del 15 dicembre 2018. Sono questi i termini fissati dal decreto legge Alitalia, approvato dalla commissione Speciale del Senato, varato alla fine dello scorso mese dal governo per consentire il completamento delle procedure di cessione della società, aumentando il tempo a disposizione per l’espletamento della fase negoziale.

La nuova scadenza viene spostata dal 30 aprile al 31 ottobre; si tratta della seconda proroga, visto che il primo termine era stato fissato al 15 ottobre 2017 da un precedente decreto legge. Con lo stesso dl era stato fissato anche un finanziamento di 600 milioni di euro a cui, in un secondo tempo, ne erano stati aggiunti altri 300 milioni per un totale di 900 milioni, da restituire entro il 30 settembre 2018. Il provvedimento stabilisce che il finanziamento di 900 milioni dovrà essere restituito entro il 15 dicembre di quest’anno.

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