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Ukus in fabula, al via la torunée mondiale: la nostra intervista

Apr 20, 2018

venerdì 20 aprile 2018 17:06

ROMA – È imminente il tour mondiale del 2018 per gli Ukus in Fabula , il trio di ukulelisti italiani più girovago e divertente che c’è. Mai stanchi, dopo centinaia di concerti in Italia e all’estero ed apparizioni in show televisivi, per il 2018 è già confermata la loro presenza nientepopodimeno che in Australia dal 19 al 22 aprile al Sunshine Coast Ukulele Festival , vicino Brisbane; in Austria dal 25 al 27 maggio all’ Austrian Ukulele Festival a Graz e poi a seguire in Scozia , Israele e Grecia , oltre alla consueta e intensa attività live in teatri, locali e piazze d’Italia.

Ukus in Fabula è una formazione unica e poliedrica, una miscela esplosiva di colori e differenti personalità, che parte dal classico e tradizionale trio acustico per arrivare al suono potente di una rock band spaziando fino al “cabaret musicale”. Nel loro spettacolo i tre “musicomici”, giocano con la musica e il pubblico con grande maestria, lo show è un susseguirsi di rivisitazioni strampalate di classici immortali, inediti riarrangiamenti di brani famosi, suonati solo ed unicamente con ukulele.

Il trio è così composto: ukulele tenore e voce di Claudio Borrelli , Ukulele tenore e voce di Gabriele Proietti , l’ukubasso, footdrum e voce di Daniele Dencs .

Abbiamo contattato telefonicamente Daniele Dencs per farci raccontare da lui l’origine della band e altre curiosità.

Il gruppo nasce cinque anni fa, giusto?

Corretto. Mi comprai questo ukulele basso per vedere come era e cominciai con un altro collega. uonavamo molto e avevamo un grande riscontro. Poi siamo diventati tre e abbiamo cominciato a suonare molto anche all’estero. Il nostro vantaggio era di avere solo un ukulele dietro e che eravamo simpatici e quindi la gente si divertiva. Ora l’ukulele sta diventando una moda e spero anche per merito nostro. Tra l’altro noi non facciamo solo concerti con riarragiamenti di brani famosi ma anche workshop e libri.

Il cabaret musicale?

E’ come mettersi in gioco con quello che facciamo. Scherziamo molto sulle dimensioni dello strumento. A cominciare dal fatto che ce l’abbiamo piccolo “conta come lo usi, non quanto ce l’hai grande”, etc. Oltre a questo abbiamo riarragniato anche ‘Ukulele romano’ al posto di ‘Chitarra romana’ e ‘Sono un hawaiano’ al posto di “Sono un italiano” di Toto Cotugno. Il nostro è un musciglio di musica e testi. Poi noi raccontiamo anche molto prendendoci in giro.

E adesso una tournée in Australia…

Ci hanno contattato dal Festival internazionale dell’ukulele, il nostro nome ha girato bene evidentemente e ci hanno invitato ospitandoci per vitto e alloggio e abbiamo accettato di corsa. Poi andremo in Scozia per la seconda volta e da lì in Israele fino a Graz a fine maggio.

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