• 25 Aprile 2024 9:41

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10 cose che (forse) non sapevi sui Ghostbusters

Gen 18, 2019

Ghostbusters 3 è realtà. Non un nuovo reboot, non un sequel della versione al femminile, ma un terzo capitolo canonico in tutto e per tutto, per altro diretto da un vero e proprio “figlio d’arte”, ovvero Jason Reitman, figlio di Ivan Reitman, il regista del primo amatissimo film ancora oggi un godibilissimo cult a metà tra azione e comicità.

La cosa meravigliosa è che non solo l’annuncio è del tutto ufficiale, ma che molto probabilmente avremo un film con buona parte del cast originale, a segnare un passaggio di testimone per una nuova generazione che, in effetti, non era stato gestito al meglio ai tempi del recente reboot, segnando così un ulteriore malcontento da parte del pubblico verso un film, diciamocelo, divertente ma non all’altezza.

Sony, per altro, non ha proprio voluto perdere tempo, annunciando che le riprese partiranno già nei prossimi mesi, e rilasciando in rete persino un teaser che, per quanto semplice, risulta comunque di sicuro impatto, specie grazie alle musiche ed al rilascio di una – udite udite – data d’uscita: l’estate del 2020!

Teaser Ghostbusters 2020!!!

#2020 e Chi Chiamerai?

Publiée par Ghostbusters Italia sur Mercredi 16 janvier 2019

Ovvio, quindi, che in questi giorni si sia riacceso un enorme amore per il brand degli Acchiappafantasmi che, in Italia come in tutto il mondo, vanta una schiera di fan appassionati e attenti, il che a ben pensarci è quasi incredibile se si considera che, tutto sommato, rispetto a molti altri marchi cinematografici, quello dei Ghostbusters ha avuto una vita molto breve, con un numero di prodotti non solo esiguo, ma anche concentrato in appena un decennio (molto poco perché un marchio, normalmente, si consacri nel cuore del pubblico).

Abbiamo quindi deciso di offrirvi un piccolo viaggio alla scoperta delle curiosità che hanno contraddistinto il brand, selezionandone 10 in quello che, in realtà, è un mare di aneddoti che hanno caratterizzato il film, complice una produzione quanto mai “eclettica” ed il fatto che molte delle scelte compiute sul set, compresi alcuni momenti di recitazione, siano stati messi su completamente a braccio!

Pronti? Queste sono “10 cose che (forse) non sapevi sui Ghostbusters”!

La trama

La storia alla base di Ghostbusters è in realtà molto diversa da quello che era lo script originale previsto da Dan Aykroyd. L’attore aveva infatti immaginato un vero e proprio film di fantascienza, con macchine volanti e tutto il resto, in cui gli Acchiappafantasmi sarebbero stati una specie di forza dell’ordine paranormale operativa in tutto il mondo, con diversi team. Il film era interssante, ma fu giudicato infattibile per motivi di budget. Columbia, del resto, voleva un film che potesse andare bene in sala, ma senza spendere una fortuna, tanto che sborsò un budget di poco più di 30 milioni, pochi anche per l’epoca. Fu quindi tirato in ballo un altro grande della commedia USA, ovvero Harold Ramis, anche lui reduce del Saturday Night Live in cui, per altro, aveva ricoperto un ampio ruolo di sceneggiatore di vari sketch e scenette. Ramis rimise mano al copione, e lasciò praticamente intatta solo l’idea di una squadra di agenti del paranormale. Non si trattò, per altro, dell’unico rimaneggiamento, poiché standoci strettissimi con il budget, il regista Ivan Reitman dovette adattare varie idee con soluzioni più economiche e artigianali. Sarà stata contenta Columbia che, ad oggi, ha incassato con il solo primo film la bellezza di 434.286.000 dollari.

La squadra

Belushi

Per altro, secondo quello che era il progetto di Dan Aykroyd, in origine gli Acchiappafantasmi sarebbero dovuti essere solo tre, per altro con scelte di cast molto di verse da quelle che furono le scelte finali. Dan Aykroyd aveva infatti pensato di recitare assieme al suo amico di sempre John Belushi e di far partecipare un altro grande attore venuto fuori dalla squadra del Saturday Night Live, ovvero Eddie Murphy. Purtroppo però, all’apice della sua carriera John Belushi morì prematuramente a causa della sua ben nota dipendenza dalle droghe (era il 1982) e conseguentemente anche Eddie Murphy venne meno, complice l’accavallarsi di Ghostbuster a quello che poi fu un suo grande successo, il primo episodio della serie Beverly Hills Cop. Alla ricerca di sostituzioni, fu quindi tirato in ballo Bill Murray, che pure era reduce dal successo comico del Saturday Night Live, mentre al posto di Eddie Murphy si arruolò l’attore, praticamente esordiente, Ernie Hudson, accorciando di molto il ruolo di Winston all’interno del film. Fu infine aggiunto un altro personaggio a supporto del cast, Egon, per il cui ruolo furono considerati moltissimi attori, tra cui persino Christopher Lloyd, ma rifiutarono tutti. Harold Ramis, quindi, si “auto-assunse” per il ruolo di Egon, completando così la squadra da quattro elementi. Bill Murray, per altro, accettò di fare il film ad un’unica condizione, ovvero a patto che il suo ruolo spiccasse come quello di protagonista, o se vogliamo leader, del gruppo.

Il nome

Sempre parlando di produzione, la Columbia dovette affrontare anche un altro problema non da poco. Il nome “Ghost Busters”, infatti, esisteva già, ed apparteneva alla compagnia d’animazione “Filmation”, che deteneva da anni i diritti di un telefilm del 1975 chiamato, per l’appunto “The Ghost Busters”. Filmation, tuttavia, non aveva progetti in cantiere relativi al suo vecchio brand, e pertanto cedette a Columbia i diritti del nome per $500.000 ed un 1% dei profitti derivanti dal botteghino. Columbia accettò, ma più tardi si ritrovò ancora in disputa con Filmation che, constatato il successo del film, chiese alla compagnia di poter avere i diritti di sfruttamento per mettere su una serie animata su Venkman e compagni. Poiché Columbia aveva già in progetto di mettere in piedi una serie a cartoni, forte per altro di un nome che aveva già legalmente acquistato, lasciò Filmation con un palmo di naso che, in tutta risposta, decise di riesumare il concept del vecchio telefilm per una serie animata “in proprio”, chiamata semplicemente “Ghostbusters”, e oggi invece nota come “Filmation’s Ghostbusters”, con protagonista un duo di investigatori del paranormale e un gorilla, per altro medesima formazione del telefilm del ’75. In tutta risposta, Columbia si affrettò a rilasciare, appena qualche mese dopo, il suo cartone animato basato sul film, e per chiarire ai fan la natura spuria dei “rivali”, lo chiamò “The Real Ghostbuster”.

Problemi di voce

The real Ghostbusters

Sempre parlando di cartoni animati, mentre in molti Paesi (l’Italia era tra questi), furono utilizzati i medesimi doppiatori del film, in lingua originale le cose andarono molto diversamente. Columbia, infatti, non voleva che i personaggi avessero le stesse voci del film, la qual cosa fu spiegata con la volontà di voler dare ai personaggi una propria specifica identità, sebbene fossero gli stessi del film. Furono quindi scelti degli attori diversi da quelli del film, tra cui il celebre comico Arsenio Hall, che molta fama aveva ottenuto negli anni ’80 e ’90 collaborando assieme a Eddie Murphy, e che qui interpretò invece Winston. La cosa curiosa è che Ernie Hudson, ossia il Winston in carne ed ossa, fu l’unico membro del cast originale ad interessarsi tanto al cartoon da fare un provino per la parte che, indovinate un po’, gli fu negata!

Slimer e la Ecto-1


Chiudendo il discorso sulla serie serie animata, questa ha anche il primato di aver dato un nome a “Slimer”, nonché alla Ecto-1. Nei film, infatti, non vengono mai citati questi nomi, e furono escogitati per ovvie necessità nel corso della serie animata legate al merchandising. Slimer, in particolare, era chiamato “onionhead” (testa di cipolla, legato all’idea che emettesse un tanfo maleodorante), o più affettuosamente “Bluto”, utilizzando il nome del celebre personaggio di John Belusci in Animal House. Il fantasma verde, col tempo, divenne così popolare attraverso il cartone animato, che con la quarta stagione il suo nome compariva addirittura nel titolo: “Slimer! and the Real Ghostbusters” e trasformandolo progressivamente in un personaggio positivo, gli fu persino dato un antagonista: il Professore Norman Dweeb, uno scienziato pazzo desideroso di catturarlo e studiarlo.

Who you gonna call?

Ray Parker Jr., autore della celeberrima canzone del film “Who You Gonna Call” non aveva idee in merito al brano che gli era stato chiesto di scrivere e, mito vuole, che l’ispirazione gli venne dopo aver visto uno spot di una ditta di spurghi fognari il cui motto televisivo era molto simile a quello che poi divenne il titolo della canzone. Quando si dice che l’ispirazione puoi trovarla ovunque insomma. Come sia sia, arrivato vicinissimo alla consegna del pezzo, Parker Jr. si vide costretto ad arruolare i suoi amici per poter registrare il brano, poiché mancava il tempo materiale per fare le cose per bene. Anche il video musicale fu tirato su in fretta e furia, reclutando moltissimi amici del cast e della produzione chiamati a fare una fugace comparsata. Due curiosità qui sono d’obbligo: la prima è che praticamente nessuno dei volti presente nel cast fu parte del film, salvo l’attore Ron Jeremy, che si vede fugacemente nel corso della pellicola in un cammeo neanche accreditato; la seconda è che nel video compare l’attore John Candy, compianto talento della commedia americana, e originariamente arruolato nei panni di Louis Tully (ruolo che andò poi a Rick Moranis), ma poi silurato dalla produzione per diversi problemi relativi al suo ruolo.

Ghostbusters 3?

Nonostante il successo, il franchise non riuscì mai a partorire un terzo episodio, e Ghostbusters 3 non fu realizzato mai, questo almeno fino all’annuncio di qualche giorno fa. L’idea di un sequel era però nell’aria da tempo, e praticamente già in corso d’opera del secondo episodio, sia Aykroyd che Harold Ramis si misero al lavoro per buttare già una stesura. Questa prese il nome di “Hellbent”, e prevedeva la possibilità che i Ghostbusters potessero viaggiare attraverso le realtà parallele, mettendo in piedi un lungo intrigo ad opera della setta dell’architetto, mago e alchimista Ivo Shandor, già citato nel primo film come artefice del grattacielo su cui verrà poi risvegliato Gozer. Il secondo capitolo, tuttavia, non ottenne il successo sperato e con la popolarità in calo, anche il cast, specie nella figura di Bill Murray, perse interesse nel progetto. Nel tempo un Ghostbusters 3 è stato ventilato tante volte, al punto che lo stesso copione di Hellbent fu persino riscritto, stavolta ad opera di Lee Eisenberg e Gene Stupnitsky, ma del film non se ne fece nulla. Più tardi, nel 2009, Sony si adoperò per un videogame a tema Ghostbusters che potesse ridar lustro al franchise, complice l’interesse sempre vivo dei fan, e coinvolse nella stesura della storia gli stessi Dan Aykroyd e Harold Ramis, nonché buona parte del cast originale (per il doppiaggio). A quel punto sembrò naturale inserire nel gioco moltissime delle idee che dovevano essere usate per il film tant’è che, fino ad oggi, “Ghostbuster: The Video Game” è stato considerato a tutti gli effetti il terzo capitolo della storia del brand.

Il Proton Pack

Esistono diversi tipi di Proton Pack (o “zaini protonici” se preferite) utilizzati nel film. Esteticamente identici, si differenziavano in realtà per il peso, dipendentemente dal loro uso nel film. In ogni caso erano tutti molto pesanti, tanto che nessuno aveva piacere nell’indossarli tranne Harold Ramis che ne era a dir poco entusiasta. Per altro avevano un difetto strutturale che impediva agli attori di mettere a posto i fucili, tant’è che se riguardate il film noterete che non esiste alcuna scena in cui i fucili vengono messi a posto tant’è che o questi riappaiono magicamente al loro posto con un trucco di montaggio, o semplicemente vengono tenuti in mano dagli Acchiappafantasmi dopo l’utilizzo.

Sei tu un dio?

Gozer

Gozer, demoniaca creatura extra dimensionale, fu chiamata così su ispirazione di eventi paranormali. Il riferimento è relativo al celeberrimo caso di Enfield del 1977, in cui si suppone che la famiglia Hodgson sia stata vittima di un poltergeist, lungamente documentato nella letteratura di settore, ed autentico caso mediatico di fine anni ’70. Il caso ebbe un clamore enorme, e la famiglia disperata per la situazione folle che avveniva in casa (oggetti che si muovevano, rumori nella notte, incubi, impossibilità a muoversi: tutti fenomeni che colpivano i bambini), contattò la Society for Psychical Research che nella figura del parapsicologo Guy Lyon Playfair, fu tra i pimi medium a documentare la faccenda. Protagonista delle manifestazioni paranormali fu la piccola Janet, che vittima della possessione, parlava spesso con la voce dello spettro, tale Bill, ovvero un ragazzo che era morto anni prima in quella stessa casa (la morte del ragazzo fu persino accertata e confermata), e con cui Janet non aveva avuto mai nessun contatto. Nel farneticare della bambina, molte parole erano incomprensibili ma, come attesta Playfair, molte parole erano legate al culto della magia nera, e curiosamente, si ripeteva spesso un nome: “Gozer”. Il caso di Enfield, mai risolto, ispirò poi il film “Poltergeist”, e più recentemente il secondo episodio della serie The Conjuring.

Vigo il carpatico

Vigo il carpatico

Per il villain Vigo, invece, non furono mai dichiarate ispirazioni palesi, anche se è sempre risultato evidente un mix di caratteristiche combinate dal mito della figura di Vlad Tepes, più noto come Dracula, e di Rasputin, leggendario mago e consigliere della famiglia Romanov. In particolare il riferimento a quest’ultimo si palesa durante il film per mezzo di easter egg in cui Egon racconta ai suoi compagni le “modalità” con cui il popolo della Carpazia si sia liberato della figura despotica di Vigo. Di questi, per altro, non è stato noto il nome completo se non per mezzo del videogame che, tramite i documenti accessori consultabili dal giocatore, si scopre essere Vigo Von Homburg Deutschendorf. La scelta è un simpatico easter egg, perché nasconde in realtà i cognomi di William T. Deutschendorf, ovvero l’attore che interpretò Vigo, e di Henry J. Deutschendorf II, il bambino che interpretò Oscar. Quest’ultimo, purtroppo, morto suicida lo scorso anno.

Se siete fan dei Ghostbusters, allora non potrete non desiderare di rivivere le avventure del team per mezzo di questa bellissima accoppiata di giochi da tavolo! Ghostbuster: The Board Game, e Ghostbusters: The Board Game 2 sono infatti due ottimi giochi in scatola, il secondo per altro gode addirittura di una apposita espansione! Consigliatissimi!

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